Intervista al regista di ‘Black block’: Carlo A. Bachschmidt

Da sinistra: Patrizia Moretti, Heidi Giuliani, Carlo A. Bachschmidt

 

Come tutti sapete siamo stati all’Internazionale di Ferrara che a mio avviso è stata una delle più entusiasmanti esperienze politico-sociali a cui ho partecipato, soprattutto perchè ho avuto modo di intervistare una persona davvero unica, disponibile e col coraggio di mostare al mondo ciò che credo essere, il lato oscuro della democrazia.

La prima serata del Festival si è aperta con una rappresentazione teatrale delle 3 giornate del G8 di Genova il cui regista è stato sempre Carlo e a cui hanno partecipato Heidi Giuliani e Patrizia Moretti la madre di Federico Aldrovandi, studente ferrarese di 18 anni che per la sua morte  sono stati condannati quattro poliziotti in primo grado per eccesso colposo.

Teatro comunale di Ferrara durante la rappresentazione teatrale

 

D: Abbiamo visto sia la rappresentazione teatrale che il film, c’è qualche relazione tra i due?

R: No, la rappresentazione teatrale mi è stata chiesta dalla direzione di Internazionale, mentre per il film-documentario, al termine dei processi per il G8, sono stato contattato dalla casa di produzione Fandango per realiazzare un documentario avendo assistito a tutti i processi.

 

D: Eri presente al G8?

R: Si c’ero ed essendo stato all’interno del Genoa Social Forum ho vissuto tutto molto da vicino, tra cui l’organizzazione degli eventi secondo le diverse aree tematiche e la gestione con le forze dell’ordine degli eventuali problemi di ordine pubblico.

 

D: Dei tre giorni del G8 perchè scegliere il blitz alla Diatz e la caserma Bolzaneto?

R: Perchè erano gli unici momenti del G8 che non sono stati ripresi da telecamere, la televisione non c’era e quindi ho raccontato tutto attraverso le testimonianze dei ragazzi stranieri che sono stati a Genova in quanto loro, sono tornati solo per i processi e non avevano la mente ‘contaminata’  rispetto ai ragazzi italiani.

  L’attore Blas Roca Rey (voce narrante dei fatti del G8)

L’abbraccio tra Heidi Giuliani e Blas Roca Rey

D: Uno dei ragazzi nel video afferma che per lui è stato come essere in Argentina o in Cile, come è possibile che in un paese che si ritiene democratico e civile ci possa essere stata un’azione così repressiva da parte della polizia? E’ stata una prova di regime?

R: Quest’azione è parte della democrazia, è il volto oscuro della democrazia. C’è sicuramente stata una chiusura della politica nei confronti della protesta e il Blitz rappresenta lo stop all’ evento che era stato folgorante ed inaspettato il giorno precedente. Sicuramente dopo quello che è successo c’è stato un’ allontanemento di tutte le diverse anime dal movimento.

 

D: Secondo te c’è stata una mancanza di organizzazione e coordinamento nelle giornate del G8 da parte degli organizzatori della manifestazione?

R: No, nelle giornate precedenti al G8 c’è stata una viva collaborazione tra gli organizzatori, gli enti locali e le forze dell’ordine.  Lo spirito era quello di movimentare il maggior numero di persone con diversi colori politici, di diverse età e ceto sociale senza dare un’ unica identità alla manifestazione, senza militarizzare i cortei con un servizio d’ordine in quanto, polizia e carabinieri, avrebbero dovuto garantire l’ordine pubblico.

 

D: E’ stata una scelta stilistica quella di non doppiare le voci dei ragazzi stranieri che parlano durante il documentario?

R: Si, sicuramente rende molto di più e si possono comprendere meglio le emozioni vissute durante gli avvenimenti.

Published by saslc

Matematico col pallino della politica, genovese di nascita ma cittadino del mondo, sempre alla ricerca di una nuova chiave di lettura della politica passando attraverso il mondo economico e la società.